Nata nel 1982 da un’intuizione di Massimo Osti, la ricetta del successo di Stone Island sta nell’idea di usare un telone per la produzione di coperture per i camion, sottoporlo ad un lavaggio Stone Wash e di fatto inventare un nuovo tessuto.
Lo stilista italiano, all’epoca designer di C.P. Company aveva creato la Tela Stella proprio dai teli usati per i trasporti, e decise di creare una collezione di sette giacche composte da questo materiale. La collezione non rispecchiava lo stile della compagnia e per questo motivo diede vita a Stone Island.
Il logo rappresenta la Rosa dei Venti, applicata sui capi attraverso un badge di tessuto, mentre il nome unisce due vocaboli ricorrenti nei romanzi di Joseph Conrad, “roccia” e “isola”.
Il Main Concept di Stone Island è stato, e rimane tutt’ora, la grande funzionalità. Un qualcosa di quasi scontato al giorno d'oggi, ma non all’inizio degli anni ’80. Le principali influenze e ispirazioni di Osti furono la storia del mondo militare, della marina e dei capitani di ventura. Il concetto base doveva essere, Stone veste avventurieri del 21esimo secolo, che allo stile vogliono affiancare la praticità.
Dopo un anno dalla fondazione del brand, Carlo Rivetti, nome molto noto nel campo del tessile italiano, entra nel team Stone Island. Il suo avo Giovanni Battista fu il primo macchinista cardatore dell’industria tessile italiana e altri parenti prima di lui contribuirono a rendere grande il settore.
Con Rivetti la Stone Island prosegue sulla via dell’evoluzione e della ricerca di materiali sempre più all’avanguardia: nasce la Ice Jacket, con il famoso tessuto usato per le giacche di Stone che cambia il colore al cambio della temperatura.
Le collezioni Stone Island continuano ad unire la funzionalità con lo stile spartano ma elegante di capi classici come parka, pullover a coste larghe e accessori dal design spartano.
La costante rimane comunque la Rosa dei Venti, applicata sulle toppe di tessuto che contribuiscono a dare quel touch di Stone e ha renderlo un capo iconico.
A metà degli anni ’90 Osti lascia il suo posto di main designer, e al suo posto, Rivetti ingaggia Paul Harvey, dopo la laurea nel Saint Martin’s School of Arts in moda decide che forse l’ambiente non fa per lui così inizia la carriera di autotrasportatore, fino al suo trasferimento in Italia. Paul disegna 24 collezioni, dal 1995 al 2008, continuando il viaggio iniziato da Osti nella crescita e nell’evoluzione del concetto di Stone Island.
Oggi il brand è seguito da un team di designers molto variegato e continua a portare avanti il percorso intrapreso da Osti e Harvey. Un viaggio che non accenna a fermarsi, anzi le tappe sono in costante aumento e la stella polare, il punto riferimento, rimane sempre quella cucita sulle toppe Stone Island.