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La notizia è una di quelle che non passano inosservate e che possono avere delle forti ripercussioni su più livelli. Dolce & Gabbana vs Cina. L’evento in questione è la  sfilata-evento all'Expo di Shanghai. Tutto era pronto per mercoledì 21 novembre; location, modelle, invitati illustri e oltre 500 abiti. Poi, improvvisamente, tutto è sparito. Sfilata cancellata a suon di post Instagram e commenti velenosi.

 

Sabato 24 Novembre, Dolce & Gabbana posta sulla piattaforma Weibo, il social network più popolare in Cina, tre video promozionali con gli hashtag #DGLovesChina e #DGTheGreatShow. Nelle immagini si vede una ragazza orientale che, in evidente difficoltà, mangia pizza, spaghetti e un cannolo siciliano con le tradizionali bacchette, mentre una voce fuori campo le da consigli su come fare a magiare quei piatti italiani.

 

Immediata l’indignazione e le accuse verso un’operazione pubblicitaria ritenuta fortemente offensiva ed atta a diffondere una visione parodistica della Cina moderna. Un video in cui vanno in scena una serie di allusioni intrise di doppi sensi sessisti come "È ancora troppo grande per te, vero?".

 

 

Dopo l’uscita del video incriminato, il brand italiano viene sommerso di insulti e commenti negativi su tutti i suoi canali sociali. Viene addirittura creato l’hashtag #BoycottDolce che in poche ore diventa un trend, costringendo il brand italiano a rimuovere tutti i video da Weibo. A rinvigorire la polemica ci ha pensato poi Stefano Gabbana che sul suo profilo Instagram, ha pubblicato una conversazione in cui offende la Cina e la sua popolazione in modo sprezzante e a suon di emoticon (da un comunicato apparso in rete, Gabbana ha affermato che il suo profilo è stato hackerato e che i post con quelle frasi ingiuriose non sono stati pubblicati da lui)

 

Le celebrities locali, come le attrici Zhang Ziyi e Li Bingbing o la cantante Wang Junkai decidono di non partecipare alla sfilata; l'agenzia China Bentley Modelling rifiuta di mandare le sue modelle all'evento e, secondo i rumours, le pressioni politiche sono così forti che resta una sola decisione: annullare lo show.

 

Ormai il danno per il marchio D&G è fatto ed è di proporzioni gigantesche. La reputazione dell’azienda è intaccata e si prevedono grosse ripercussioni negative per la griffe che nello stato ha 25 punti vendita e sognava di conquistare una grossa fetta di mercato del lusso cinese che pare valere circa 72 miliardi di dollari.

 

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Dopo le accuse di razzismo e le reazione della Cina, sono arrivate le scuse dei due stilisti. La coppia di designers ha chiesto scusa al popolo cinese con un video diffuso su Weibo

“In questi giorni abbiamo ripensato moltissimo, con grande dispiacere, a tutto quello che ci è successo e a quello che abbiamo causato nel vostro Paese e ci scusiamo moltissimo. Le nostre famiglie ci hanno sempre insegnato a rispettare le varie culture di tutto il mondo e per questo vogliamo chiedervi scusa se abbiamo commesso degli errori nell’interpretare la vostra”, dice lo Domenico Dolce, seduto accanto al collega Stefano Gabbana.

I due stilisti hanno fatto il loro mea culpa e ribadito che un fatto del genere “non succederà mai più”, e che hanno ancora molto da imparare sulla cultura cinese. Il video si conclude con la parola “duibuqi”, cioè “scusateci”, pronunciata proprio nella lingua dello stato offeso come segno di profondo pentimento.