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La parabola di ascesa di StockX, il sito di resale più famoso al mondo, fondato da Josh Luber, riflette alla perfezione quella che è stata l'evoluzione dello sneaker world globale. In soli tre anni StockX ha raggiunto un valore complessivo di $1 miliardo di dollari, come la stessa azienda ha annunciato nei giorni scorsi. 

 

Un traguardo raggiunto grazie ad un investimento di $110 milioni di dollari da parte di una serie di investitori internazionali. Insieme a questa notizia è arrivata anche la nomina di un nuovo CEO: si tratta di Scott Cutler, ex dirigente di eBay, che ha dichiarato di voler utilizzare questi nuovi investimenti per incrementare ulteriormente la presenza di StockX sul mercato europeo e quello asiatico.

 

Josh Luber, fondatore dell'azienda, rimarrà comunque il volto di StockX. Nonostante si tratti di un mercato secondario, i suoi numeri, l'interesse con cui viene monitorato e l'utilizzo che ne fanno i suoi consumatori, stanno rendendo il mercato del resale primario, avvicinandolo in modo significativo a retailer classici come Foot Locker, o agli stessi rivenditori di Nike e Adidas. Non è quindi un caso che gli store tradizionali si stiano a loro volta interessando molto al resale: lo scorso febbraio Foot Locker ha investito $100 milioni di dollari nel GOAT Group, la società che controlla i due brand di resale più importanti al mondo, GOAT e Flight Club. A dicembre, invece, Farfetch aveva acquisito Stadium Goods per $250 milioni di dollari. 

 

 

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Josh Luber – fondatore di StockX

 

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Stadium Goods

 

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Flight Club

 

É innegabile come i brand più famosi, siano i primi beneficiari di realtà come StockX, che offrono la possibilità di acquistare (ad un prezzo più elevato) sneaker in edizione limitata, facendo crescere la domanda per un prodotto esclusivo. Inoltre su StockX non si trovano solo sneaker, ma anche borse firmate, orologi e abbigliamento streetwear.

 

Recentemente Luber ha spiegato al New York Times qual è il progetto su cui vorrebbe concentrarsi; vorrebbe smantellare il sistema dei prezzi fissi di retail con un metodo simile a quello del mercato azionario, un'operazione su larga scala che il sito sta già provando a sperimentare con prodotti e brand selezionati.

 

I prodotti non verranno venduti con un prezzo stabilito, ma saranno gli stessi consumatori a determinarne il prezzo in base alla loro offerta. Lo scorso gennaio StockX aveva tentato un'operazione di questo tipo con i sandali disegnati da Ben Baller, ottenendo più di 10 mila offerte nei tre giorni in cui gli item erano disponibili. L’asta creata, ha fissato il prezzo finale a $210, il triplo di quanto sarebbero costati a livello di retail ma comunque meno della maggior parte delle offerte fatte. Un’idea sicuramente rivoluzionaria e coraggiosa, che Luber ammette richiederà del tempo per essere assimilata.

 

 

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Ben Baller x Stockx Slides

 

Se in soli 3 anni, Luber è riuscito a creare un colosso come StockX, un sito che raccoglie oltre 15 milioni di visitatori al mese, dal valore di $1 miliardo di dollari, non stentiamo a credere che questo suo nuovo progetto, per quanto ambizioso possa sembrare, avrà grandi possibilità di riuscita.

 

 

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